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Nuove frontiere all'Università Cattolica di Roma

La carenza d'energia, i problemi energetici e la necessità di razionalizzare le risorse energetiche in funzione di una riduzione dei costi, hanno spinto la sede di Roma, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Facoltà di Medicina e Chirurgia con annesso Policlinico Universitario "Agostino Gemelli", ad adottare un piano che prevedeva la progettazione e l'istallazione di un impianto di cogenerazione per la produzione combinata di energia elettrica e di energia termica.

Nel corso degli ultimi 20 anni le apparecchiature sanitarie e gli impianti tecnologici, di cui il complesso era stato dotato in fase di costruzione in particolar modo per l'ospedale, sono stati adeguati alle più moderne tecnologie legate alle diverse attività a carattere sanitario, didattico e congressuale, seguendo l'evoluzione della tecnica, ma sempre con particolare attenzione all'uso razionale dell'energia.

Il sensibile aumento dei consumi d'energia degli ultimi anni e l'acuirsi della carenza di energia elettrica hanno reso necessario il ricorso all'impianto di cogenerazione, peraltro anche per ragioni di sicurezza sulle interruzioni di energia elettrica dovute ad una cronica carenza dell'offerta di energia elettrica in Italia rispetto alla domanda.

Da sottolineare che la legge 10/10 impone alle strutture pubblico uno studio di fattibilità sulla convenienza d'istallare impianti con fonti rinnovabili al fine di massimizzare i risparmi energetici.

I dati che hanno indicato l'utilità di detto impianto sono stati i consumi reali di energia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica di Roma quali: la potenza massima elettrica assorbita varia da 2.900 KWe a 5.200 KWe; l'energia elettrica assorbita mensilmente varia da 2.000MWhe a 2.600 MWhe con un totale annuo che alla fine del 2002 ha superato i 20.000Mwhe.

L'energia tecmica consumata mensilmente varia da 2.800 MWht a 9.200MWht, con un totale annuo di 60.000MWht.

 

Funzionamento dell'impianto di cogenerazione
Lo schema dell'impianto di cogenerazione, istallato nel locale caldaie della nuova centrale termica, è quello usuale di una turbina a gas con, a monte, un sistema di produzione di energia elettrica ed, a valle, un impianto di recupero calore del turbo gas; ma con particolari soluzioni tecniche che permettano di limitare al massimo lo spazio occupato dall'impiando medesimo garantendo, nello stesso tempo, la migliore funzionalità sia economica che tecnica. 

L'autoproduzione di energia elettrica in cogenerazione avviene a mezzo di un turboalternatore.

Il turno è alimentato con gas metano tramite un compressore a vite per avere la pressione di mandata del metano a 20 bar. Il turbogas è accoppiato ad un generatore elettrico sincrono trifase con tensione nominale di 6.3KV.
Detto alternatore è collegato, tramite un trasformatore elevatore a 20KV, alla cabina ACEA SABRINA per essere connesso all'esistente anello di distribuzione a 20KV per l'utilizzo dell'energia elettrica autoprodotta.

I lumi, in uscita dalla turbina sono convogliati in un apposito generatore di vapore a tubi di acqua.

In pratica il generatore è una caldaia a recupero calore costituita da più banchi di scambio termico le cui sezioni sono:

- surriscaldatore (Sh)
- evaporatore (EVA) 
- economizzatore (ECO) 
- e banco di recupero finale (RF)